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1542153639@qq.com MjOAIlrZrRNWR Il problema felrdaee nella storia d’Italia: un problema irrisoltoMi permetto di esprimere alcune personali riflessioni sulla conferenza-incontro promossa da Viva Valtenesi e tenutasi 1l 22-9 dal Professor Roberto Chiarini, stanti anche le varie sfaccettature emerse e il tempo ristretto che non ha permesso di approfondirle.La prima parte dell’intervento e8 stata utile ad inquadrare i due aspetti principali del concetto (federalismo associativo e federalismo dissociativo) fornendo inoltre informazioni sulla genesi storica di questa idea, ovviamente con focalizzazione sulla nostra storia nazionale.Ormai largamente condiviso l’assunto che l’unificazione dell’Italia e8 stata per molti aspetti “forzata”e che il progetto “fatta l’Italia bisogna fare gli italiani” e8 stato conflittuale, faticoso e forse non ancora definitivamente realizzato, mi sarei atteso un approfondimento sul federalismo come viene proposto oggi dalle varie posizioni politiche, alla luce del dato che, come giustamente ammette il Professore, del federalismo, o meglio di possibili declinazioni del federalismo, se ne parla tutti i giorni.Lo scarso spazio dedicato all’attualite0 mi ha francamente deluso, mi e8 sembrata una carenza (o forse era una mia aspettativa mal fondata?).Mi piacerebbe sapere se altri in sala l’hanno percepita come tale. Nella seconda parte della serata, alcuni presenti hanno esposto domande e riflessioni, che, se in senso stretto esulavano dal tema, tuttavia hanno pif9 di un’attinenza con l’argomento.Il filo conduttore degli interventi ruotava attorno al problema dell’immigrazione.Sono d’accordo con il professore quando afferma che la cognizione dei sacrifici e delle difficolte0 subite dai molti nonni italiani che sono stati emigranti all’estero, non puf2, da sola, indurre alla comprensione e all’accettazione degli attuali immigrati nel nostro paese: per il semplice fatto che il passato che ci viene raccontato non fa parte della nostra esperienza vissuta.Cif2 detto, e riconosciuto che il “diverso” (anche in senso lato) provoca sempre un istintivo senso di disagio (ma senza il disagio non c’e8 conoscenza!) , di diffidenza o addirittura di paura, con conseguenti comportamenti di difesa se non anche aggressivi, la questione esiste, e8 complessa ed esige strategie e tempi lunghi.Il processo di reciproca accettazione ha bisogno di un’elaborazione culturale (cultura in senso di “civilte0” e non come accademia professorale come, mi pare , ha ristretto Chiarini). non sare0 mai risolto alzando le barricate: il fenomeno e8 inarrestabile ed ha il suo motore propulsivo nelle disparite0 e nelle ingiustizie socio-storiche del pianeta.E allora bisogna dire chiaramente che qualche partito invece sta scherzando irresponsabilmente con il fuoco cavalcando ed enfatizzando, anche, se non soprattutto, per motivi di bottega elettorale, i timori, pur comprensibili, della cosiddetta gente comune.Sulla questione non condivido tuttavia le posizioni di certa che io chiamerei “sinistra ingenua” che non accetta nemmeno di sentire le argomentazioni della destra, limitandosi a bollarle come idee retrograde (in effetti lo sono, ma occorre ascoltarle, capirle e rimboccarsi le maniche per tentare di metterle in crisi, e non e8 facile, proprio perche9 semplicistiche).Forse solo la scuola, di cui sono, almeno per il momento, orgoglioso di far parte, si sta facendo carico della promozione dell’accettazione delle culture diverse dalle nostre, con progetti sull’accoglienza degli stranieri portati avanti con intelligenza, pazienza e perseveranza.Ultimo argomento toccato, la costruzione dell’Europa. Ammetto le difficolte0, i risultati spessoesigui, limati dalle contrapposizioni tra esigenze dei singoli stati … ma l’analisi e le conclusioni espresse dal Professor Chiarini sono state desolanti.Capisco il pessimismo della ragione, ma nel suo intervento non ha trovato il minimo spazio il contraltare dell’ottimismo della volonte0.Anche in questo caso si tratta di perseguire con umilte0 e realistico impegno. un obiettivo nobile e generoso. Altrimenti ritorneremo al nostro orticello, piazzando sacchi di sabbia davanti alle finestre.Comunque, grazie ai promotori per aver portato spunti di riflessione su temi che ci coinvolgono.Gianfranco.